Parliamo di burnout o meglio dello stress correlato al lavoro che dal 28 maggio 2019 è considerato a tutti gli effetti una sindrome. L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) l’ha infatti inserito nell’elenco dei disturbi medici. Dopo decenni di studi, l’agenzia speciale dell’Onu ha riconosciuto lo stress da lavoro come un “problema associato alla professione”. Per combattere il burnout, l’Oms ha fornito delle indicazioni e delle direttive generali ai medici per diagnosticarlo. Dunque il burnout e’ a tutti gli effetti “una conseguenza di stress cronico sul posto di lavoro non gestito con successo”. Letteralmente significa “scoppiare”, “bruciarsi” e per deduzione quindi bruciare fino all’esaurimento e allo spegnimento.
Cerchiamo di conoscere meglio tale sindrome e di riconoscerne le cause e i possibili rimedi.
Innanzitutto chiediamoci: Che cos’è lo stress da lavoro correlato?
Nella società in cui viviamo che è centrata molto sul lavoro e la produttività, lo stress da lavoro è sempre più presente.
Ogni giorno sentiamo dire: “sono stressato”, “questa mansione mi stressa”, “quel collega mi mette ansia”. Ma Spesso e volentieri quello che si definisce stress, in realtà non è stress. Altre volte, invece, non ci rendiamo conto che il lavoro può condurre ad uno stress prolungato nel tempo che è utile trattare come una vera e propria patologia. Pertanto è opportuno distinguere quando è giusto preoccuparci o quando invece ciò che stiamo vivendo è unicamente una situazione del momento.
Lo stress, infatti, può avere un significato positivo, quindi essere una forma di energia benefica e positiva che può essere utile per affrontare le prove della vita di ogni giorno o per portare a compimento un progetto.
Oltre a questo significato positivo, però, ne esiste anche uno negativo: nello specifico, si parla di distress quando una tensione non consente alla persona di vivere in modo positivo, causando anzi l’instaurarsi di una condizione persistente di ansia e irritabilità. Si può affermare quindi che lo stress non è una malattia ma può condurre a soffrire di alcuni disturbi.
Detto questo, possiamo parlare di stress da lavoro quando le persone, nell’esercizio delle loro attività professionali, avvertono una mancanza di equilibrio fra le richieste avanzate e le risorse a disposizione. Il rischio di stress lavoro-correlato è da annoverare fra i rischi psicosociali che può dare origine ai danni di tipo sociale, fisico e psicologico.
Stress da lavoro – Come riconoscerlo?
Sono stati identificati sintomi ben precisi:
- Senso di esaurimento o debolezza energetica;
- aumento dell’isolamento dal proprio lavoro con sentimenti di negativismo o cinismo;
- ridotta efficacia professionale;
- Insonnia;
- Cefalea;
• Esaurimento: le persone colpite dalla sindrome soffrono e si esauriscono emotivamente, sono stanche e prive di energia. I sintomi fisici includono dolori allo stomaco e problemi intestinali.
• Alienazione da attività lavorative: le persone affette da burnout possono iniziare a dimostrare cinismo sulle loro condizioni di lavoro e sui loro colleghi. Allo stesso tempo, cominciano ad allontanarsi emotivamente da tutti e a sentirsi annoiati.
• Prestazioni ridotte: il burnout riguarda principalmente le attività quotidiane sul posto di lavoro, in casa o nella cura dei familiari. Le persone con questa sindrome affrontano con negatività gli impegni, hanno difficoltà a concentrarsi e mancano di creatività.
Burnout cura e consigli
Imparare a dare ascolto al proprio corpo, che manda segnali precisi e che è “consapevole” della situazione molto prima di quanto non lo sia il cervello.
Uno dei principali consigli prima di allarmarsi e ricorrere a visite mediche o a cure farmacologiche è quella di riposare. Per superare il burnout bisogna essere consapevoli di una cosa: non possiamo avere tutto sotto controllo. E una delle cose più efficaci da fare per superarlo, è prendersi una pausa relax,oziare, passare il tempo impegnati in attività non produttive, adatte a noi e piacevoli, dedicarsi ad hobbies meglio se a contatto con la natura come lunghe passeggiate all’area aperta.
Chi colpisce il burnout?
Lo stress da lavoro correlato può causare una condizione persistente di ansia e irritabilità.
Quando compaiono questi segnali, che si manifestano in modo differente a seconda della persona e in base a fattori quali abilità, esperienze ed età, è importante intervenire prontamente, poiché se da un lato lo stress in sé non è una malattia, d’altro canto può favorire l’insorgenza di condizioni nocive per la salute ed il benessere individuali.
Seppur colpisca in egual modo entrambi i sessi, alcune ricerche attestano come lo stress da lavoro correlato colpisca maggiormente le donne rispetto ai loro colleghi uomini. Inoltre è stato riscontrato come questo dato tenda ad elevarsi soprattutto se le donne lavorano in contesti a prevalenza maschile.
È possibile identificare tre principali cause di stress sul lavoro connesse al genere sessuale:
– difficoltà a conciliare professione e famiglia;
– mobbing;
– tipo di lavoro;
Molte volte, poi, lo stress lavorativo colpisce donne che rivestono ruoli di minore responsabilità e autonomia e sono maggiormente esposte a mansioni ripetitive o precarie. Anche per quanto riguarda il mobbing, le donne colpite sono in netta prevalenza rispetto ai colleghi uomini.
Oltre al genere sessuale, però, vi sono alcune categorie professionali maggiormente interessate dallo stress da lavoro correlato, come per esempio medici, infermieri, forze di Polizia, assistenti sociali, insegnanti, autotrasportatori.
In ultimo, è doveroso ricordare che la risposta comportamentale allo stress è legata a componenti connessi alla personalità dell’individuo, al modo di reagire in alcune circostanze, ai ricordi di precedenti esperienze vissute, ad una sequenza di copioni comportamentali appresi nell’ambito della società in cui si vive, all’opportunità reale di potere oppure no mutare lo stato delle cose.
Cosa fare?
Nel momento in cui ci si rende conto di trovarsi nella circostanza descritta poc’anzi, è opportuno parlare con il proprio datore di lavoro per rendere nota la situazione che si sta vivendo e discutere delle soluzioni possibili, come un alleggerimento della mole di lavoro, la richiesta di un affiancamento oppure una riorganizzazione più efficiente così da non avere ritmi troppo serrati.
Dal punto di vista personale, poi, è fondamentale individuare cosa ci stia concretamente stressando, quali sono le fonti di stress e cosa ci impensierisce in particolar modo. In questo contesto, può essere utile analizzare l’ambiente nel quale si esercita la propria professione, per comprendere che ci sono alcune situazioni che dipendono da noi, ma altre che non possiamo controllare direttamente.
È opportuno infine rivolgersi ad uno psicologo che potrà aiutarci ad affrontare al meglio la situazione stressante con l’ausilio di tecniche specifiche di gestione dello stress.
Bisogna infatti ricordare che, se lo stress in sé non è una malattia, a lungo termine può condurre alla malattia. Per questa ragione, è più opportuno gestirla in tempo prima che possa far insorgere disturbi e patologie che poi richiederanno maggior tempo e risorse per poter essere superate.